domenica 6 ottobre 2024

Snakebite, il temibile morso del serpente

 Snakebite, il temibile morso del serpente


“Will aveva ordinato due pinte di snakebite […]. Erano anni che Will non beveva quel misto dinamitardo. Gran parte dei pub non lo serviva più, ma il Club Verbal non sembrava preoccuparsi troppo del potenziale di violenza aizzato dalla bitter+sidro.”
John King– Cacciatori di teste (1997)

Una miscela “dinamitarda”

Lo snakebite (morso del serpente) di base è una miscela in parti uguali di lager, bitter, e sidro (o alternativamente un terzo di sidro e due terzi di birra), spesso accompagnato da un goccio di granatina che rende particolare il colore della bevanda (succo di mirtillo o di ribes). Detto così non sembrerebbe nulla di che: una birra di normalissima gradazione alcolica più una bevanda alcolica al gusto di mela ed un’aggiunta analcolica.

Eppure questo è un mix letale, fidatevi… Scatena letteralmente la follia e gli istanti più barbari e violenti! Dopo tre o quattro pinte iniziate a perdere l’uso della ragione e della diplomazia. Tanto che chiunque guardi minimamente nella vostra direzione è uno che sta cercando sicuramente rogne. Ed il bello è che la bevanda scorre che è un piacere ed in maniera apparentemente indolore. Questo fino al momento in cui, appunto, tutto inizia a salire al cervello.

Di tale pericoloso intruglio poi esistono diverse versioni. Nello Snakebite Black (conosciuto anche come Snakebite Diesel, Snakey B, Nasty, Purple Nasty o Black Nasty) del succo di ribes nero (o crème de cassis) è aggiunto nella birra e nel sidro. Varianti alternative possono essere fatte usando il Chartreuse Benedictine. Mentre c’è chi preferisce il meno costoso Squash (bevanda fruttata molto usata in Inghilterra specie tra i bambini) al ribes nero.

Lo snakebite, la bevanda nazionale dei giovani inglesi

Vi è poi una versione molto più potente di snakebite conosciuta con molti nomi (quali deadly snakebite, hard snakebite o super snakebite). Viene fatta unendo una lager con gradazione alcolica almeno dell’8% con un sidro poco costoso. Ne viene fuori un letale miscuglio in grado di lasciare dopo sbronza di dimensioni apocalittiche. Un’altra variazione (snakebite with venom) consiste nell’aggiungere una spruzzata di liquori forti, principalmente vodka e grappa. Francamente non oso pensare cosa possa succedere. Il suo momento di vera gloria comunque lo si ebbe nell’epoca punk e nel revival skinhead dei primi anni ’80. Ossia quando divenne in Inghilterra bevanda nazionale tra i giovani.

Negli anni ’90 molti esercizi britannici hanno smesso di servire snakebite a causa dell’innalzamento di risse e violenze dovuti alle quantità industriali di bevanda spillata, visto che iniziò ad essere usata dai tifosi da stadio. In buona sostanza i giovani britannici da strada e da gradinata, spesso provenienti dalla working class e quindi con limitate risorse economiche a disposizione, cercavano una soluzione per passare un’intera serata alcolica senza dissanguarsi. Ed ecco che il morso del serpente cadde proprio a fagiolo. Il perché questo drink produca simili effetti francamente è oscuro e ci lascia con l’ennesimo mistero irrisolto delle sottoculture (andrebbe fatta una rubrica apposita al riguardo).

Questa tendenza è andata via via scemando, facendo tornare lo snakebite molto diffuso e in voga, ma con un’eccezione: nel 2001 in un pub ad Harrogate, nello Yorkshire, un barista si rifiutò di servirne uno all’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton!

Roberto Johnny Bresso

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