mercoledì 30 ottobre 2024

LA "DIGNITA' " DI UN "POLITICALLY CORRECT"


Dignità.... Ognuno ha una concezione di questa parola 
e magari non coincide proprio per niente 
con quella di chi si vorrebbe sempre sentire in diritto 
di giudicare dall'alto di un piedistallo 
come sono abituati a fare certi personaggi "politicamente corretti"

 
"Prima che la notizia vi arrivi da altri, ve lo dico io.


Sono stato zitto per tre anni. Ho aspettato in silenzio perché ho sempre creduto - e continuo a credere - nella giustizia. Ci ho rimesso in salute e lavoro. 


Ma quello che è successo oggi davvero è per me un’abnormità a cui credevo e speravo di non assistere. Un punto di non ritorno. Ma anche di partenza. 


Nel Paese al contrario, oggi sono stato condannato a pagare 20.000 euro (VENTIMILA!) tra risarcimento e spese legali per aver semplicemente fatto il mio mestiere di giornalista. Che è quello di informare.


Per aver osato portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’incarico di ambasciatore di un fascista conclamato e mai pentito con una petizione che ha raccolto 150.000 firme (tra cui tantissimi di voi) e in cui - lo ripeto e ne faccio punto d’orgoglio - ho elencato, uno dopo l’altro, solo e soltanto una serie di fatti POLITICAMENTE (non giuridicamente, politicamente) incompatibili col suo ruolo di altissimo rappresentante all’estero di un Paese chi si richiama alla Costituzione antifascista.


L’abbiamo scritta in quattro quella petizione.

Quei fatti li ha denunciati l’Anpi.

Li hanno portati in Parlamento tutte le forze politiche di opposizione.

Li hanno riferiti i testimoni oculari.

Sono nero su bianco su decine e decine di articoli di giornale.


Non posso accettare di vivere in un Paese in cui si cancella con un colpo di spugna l’articolo 21 e la libertà di critica costituzionalmente garantita.


Ma, soprattutto, non posso tollerare di vivere in un Paese che non solo venga rappresentato da un fascista, ma che addirittura lo promuove.

20.000 euro per aver espresso una critica legittima giornalistica e politica è un’anomalia assoluta e abnorme che non solo mi sconcerta umanamente e professionalmente, ma che rappresenta un pericoloso precedente e un messaggio inquietante: guai a mettersi contro i potenti (quelli veri) perché questa è la fine che farete.


Siamo tutti sotto attacco. In gioco qui non c’è il torto o la ragione di un singolo giornalista (che spetterà alla magistratura valutare) ma un intero Paese in balia e in ostaggio di un esperimento su vasta scala di regime fascista.


Sappiano che non mi fermerò qui. Non finisce qui, non così, ve lo prometto e me lo prometto.

Non l’ho mai fatto in tutta la mia vita. Non mi spaventerò certo ora.


È solo il primo grado. Sto valutando in queste ore tutte le strade percorribili per andare fino in fondo e ristabilire, nel mio piccolo, una verità in questa storia e un principio non derogabile: che la giustizia esiste e che difende e tutela chi crede ancora nell’antifascismo e nei suoi valori altissimi.


Non smetterò mai di lottare per questo, dovessi rinunciare a tutto. 

Mai la dignità".


................................Dignità................................

 Ognuno ha una concezione di questa parola 

e magari non coincide proprio per niente 
con quella di chi 
si vorrebbe sempre sentire in diritto 
di giudicare dall'alto di un piedistallo 
come sono abituati a fare certi personaggi "politicamente corretti"


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