Vi ricordate di Daisy Osakue? È la discobola che nel 2018 salì all’onore delle cronache per un presunto caso di razzismo, quando venne colpita ad un occhio da un uovo. Peccato che poi l’uovo si rivelò lanciato dal figlio di un esponente del PD e che il bersaglio fosse casuale e frutto di uno scherzo scemo che nulla aveva a che fare con il colore della pelle.
Ecco però che ora la Osakue ci tiene a farci sapere quanto sia razzista lo stato italiano, stato tra l’altro che le paga lo stipendio, visto che è iscritta alle Fiamme Gialle… Domenica all’Apple Store di Torino sarebbe stata accusata di furto solo perché nera ed ecco via di morale su come spesso la fermino nei supermercati per controllarle lo zaino e non fa nulla che la security sia composta al 90% da persone di colore, deve essere sempre razzismo, senza alcuna possibilità d’appello e senza che si ascoltino le due campane. I media sbattono subito il mostro in prima pagina e guai a porsi dei dubbi: siamo una nazione tremendamente razzista, purtroppo non abbiamo i jihadisti moderati come in Siria.
Non ancora, almeno.
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