lunedì 23 dicembre 2024

Franco Causio


 Franco Causio a fine carriera con la Triestina

 "  Mio padre girava con l'Ape per vendere le bombole Liquigas e mamma infilava un sacrificio dietro l'altro. Io ho lavorato in silenzio, con rispetto, che è il credo della mia vita : me l'aveva insegnato mio padre il rispetto, degli altri e di me stesso, insieme all'umiltà, al sacrificio e al lavoro. Forse virtù di brava gente in bolletta, ma raramente ne ho sentito parlare dai ricconi compiaciuti dei loro milioni e del potere che i soldi procurano. Giocavo nella Juventina, che venne assorbita dal Lecce e a 16 anni debutto in prima squadra. Poi la Sambenedettese e mi prende la Juve . Esordisco in A, poi vado in prestito alla Reggina e quindi al Palermo, ma contemporaneamente faccio il militare a Roma, Compagnia Atleti della Cecchignola. Il militare insegna : pulire piatti, cessi, per terra e i caporali che ti sfottevano. Il capitano era di Lecce come me e aveva la moglie incinta che smaniava per la cassata siciliana . Io gliela portavo da Palermo e avevo permessi in più.  Un giorno c'è la partita contro la Juve e faccio impazzire Cuccureddu . Alla fine si avvicina Boniperti e fa: 'Ma sei ancora nostro?'. E io : 'Prestito con diritto di riscatto'. 'Tornerai' ".

Giocherà 447 partite (304 in campionato), segnando 72 gol (49 in campionato), vincendo 6 Scudetti, una Coppa Uefa e una Coppa Italia.

Il 27 aprile 1986 al minuto 59 di Lecce-Juventus entra in campo lui ed è la sua ultima di serie A, prima di andare a giocare (splendidamente) in B.  Quattordici minuti dopo segna il Lecce e l'assist curiosamente è suo.

Perchè Lecce-Juventus è la partita di Franco Causio 

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(testo tratto da: "Vincere è l'unica cosa che conta" di F. Causio - I. Cucci)

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