Lonigo, 10/12/2024
Dopo 13 sanguinosi anni di guerra, il governo di Bashar al-Assad è caduto, ed insieme ad esso, cade l’idea di uno stato siriano socialista e laico, mentre i gruppi di matrice jihadista prendono sempre più piede in Medio Oriente.
Successore del padre Hafez al-Assad nel 2000 e avendo ereditato uno stato economicamente florido e demograficamente giovane, il “Leone di Damasco” fu esponente di una politica caratterizzata da una linea di riconciliazione.
Riconciliazione tra la sua nuova squadra di governo e la società civile, tra le classi sociali e tra la Siria e gli altri Stati mediorientali.
Anche sul piano religioso Bashar al-Assad, di fede alawita, si pose come pacificatore tra i vari gruppi etnico-religiosi della Siria, dialogando con i curdi e costruendo nuove moschee e chiese cattoliche.
Già nei suoi primi anni di governo fu bersaglio di sanzioni da parte degli Stati Uniti, impegnati nella “crociata” contro l’Iraq, ma il culmine arrivò nell’aprile del 2011 quando a lui e agli esponenti del suo partito vennero bloccati tutti i beni da Washington. Quel momento segnò la fine del dialogo della Siria con l’Occidente.
Questa azione congiunta tra potenze regionali ha approfittato del ventre molle della Siria, unitamente a più che possibili tradimenti interni (ed esterni in chiave alleata), dove non potendosi i siriani difendersi da sé, si sono trovati costretti negli anni scorsi a delegare la difesa nazionale ai suoi alleati, oramai impegnati su più fronti.
Come nel caso della Russia: perché pare che quando cambiano certi assetti ti scarichino all’occorrenza, dialogando con gli insorti per la gestione di Tartus, unica possibilità di sbocco sui mari caldi per il Cremlino.
Per quanto riguarda il ruolo regionale dell’Iran, che con l’attacco all’Iraq di Saddam ha osteggiato nei fatti all’epoca l’affermazione di un socialismo nazionale arabo, collaborando fattivamente con l’apparato militare americano (vedasi Irangate), dove nei decenni a venire queste divisioni regionali hanno con buone probabilità influito indirettamente sulla caduta degli Assad: gli ultimi esponenti in medio oriente con il partito Baath a governare un mosaico multiconfessionale come la Siria tramite un governo sociale, nazionalista e laico.
I signori dell’informazione occidentale, che oggi celebrano la fantomatica “liberazione” della Siria, sembrano non accorgersi che Damasco è stata presa dagli esponenti Hayat Tahrir al-Sham (Hts), un gruppo erede di Al Nusra, la compagine siriana di Al Quaeda.
Questa organizzazione, sostenuta dalla mezzaluna sunnita (Qatar, Turchia e Arabia Saudita, principali alleati degli Stati Uniti dopo Israele), in meno di due settimane è riuscita a conquistare la capitale, complice la ritirata dei russi (principali alleati della Siria dallo scoppio dal 2011) e il mancato intervento attivo dell’Iran nello scenario bellico, che fa presagire ad un cambio di assetti strategici che guardano più ad occidente, congiuntamente a qualche tradimento in seno all’apparato governativo siriano.
Li chiamano all’occorrenza “ribelli”, Jhiadisti “moderati” (gli stessi che avrebbero abbattuto le torri gemelle), glorificandoli alla stregua di nuovi partigiani, quando in realtà sono un gruppo di tagliagole che mira all’instaurazione di una teocrazia islamica in territorio siriano, nonché agente indispensabile per il progetto di destabilizzazione del Medio Oriente da parte di potenze straniere, estremamente funzionale (guarda a caso) all’insediarsi nelle alture del Golan da parte delle forze israeliane.
Per i siriani e per l’Europa in questi giorni non c’è proprio nulla da festeggiare. Non è da escludere che la Siria potrà diventare uno stato comandato dai jihadisti dove verranno applicate per filo e per segno le leggi della Shari’a. L’Europa invece, come nel 2011 dopo le primavere arabe, non vedrà certamente calmierarsi il flusso di immigrati sul proprio suolo continentale, e con buone probabilità tra questi si nasconderà ancora qualche terrorista.
Mala tempora currunt sed peiora parantur. Non ci resta che sperare che ai cosmopoliti dei salotti della politica e dagli studi delle testate giornalistiche sia avanzato ancora qualche gessetto colorato.
Scomodamente
Il portavoce
VFS
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