lunedì 23 dicembre 2024

𝑳𝑬 𝑷𝑬𝑹𝑳𝑬 𝑫𝑬𝑳 𝑩𝑹𝑬𝑺𝑺𝑶 di Roberto Johnny Bresso



Il calcio, da che è nato, ha sempre rappresentato una guerra simulata. Ne hanno parlato anche fior di sociologi, ma del resto è tutta la storia dell’umanità che ci mostra come le manifestazioni sportive abbiano sempre rappresentato una catarsi per il cittadino, eventi nei quali liberare la propria aggressività senza che poi potesse sfociare in comportamenti antisociali nella vita di tutti i giorni. E infatti i romani lo sapevano bene, grazie ai loro spettacoli nelle arene.

Il calcio ha poi dato quel valore aggiunto al senso di comunità, in quanto allo stadio l’avvocato condivide gli stessi valori dello spazzino, tanto per fare un esempio.


Eppure negli ultimi anni qualcosa si è rotto. Settimana scorsa, durante la partita del campionato francese tra PSG e Lione, il match è stato sospeso per alcuni minuti, in quanto i tifosi di casa hanno intonato cori omofobi nei confronti dei calciatori ospiti (e tralasciamo il consueto corto circuito “liberal”, in quanto la tifoseria parigina è ormai in larga parte composta da islamici e francesi di seconda e terza generazione…).


Come siamo arrivati a questo? Come abbiamo potuto trasformare persino il calcio in una serie tv di Netflix, nella quale si deve stare ben attenti a non offendere nessuno? Andando avanti di questo passo che senso avrebbe andare ancora in gradinata, se mi devo comportare come in fila alla banca?

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