Finalmente è passata la “Giornata dell’odio contro l’uomo bianco eterosessuale”. Sì, parliamoci chiaro: questa altro non è che quella che nasce con le buoni intenzioni della “Giornata contro la violenza sulle donne”.
Già trovo abbastanza penose tutte queste giornate istituzionalizzate, poi il femminismo isterico e rabbioso, da parte di chi odia ogni uomo e preferirebbe incontrare nel bosco l’orso, è davvero patetico.
Sia chiaro: chi uccide una donna è un criminale che va punito con la massima severità (del resto esiste già la legge, non ne servono certo altre… basterebbe applicarla), ma di questi tempi va assai di moda scriversi la propria verità. In Italia la donna giustamente gode di tutti i diritti e doveri dell’uomo, qualsiasi cosa ci dica Gino Cecchettin. E, soprattutto, da che mondo è mondo le responsabilità sono individuali e io certamente non mi devo sentire in colpa per il Turetta di turno. Viene messa sotto accusa la virilità del maschio, quando è invece proprio l’assenza di essa a creare i mostri.
E poi, non prendiamoci in giro, che la matematica non è un’opinione: l’incidenza di alcune comunità di stranieri su questi reati è assai chiara ed evidente.
Ma è molto più facile scendere in piazza ad urlare contro il “maschio fascista”.
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