Maurizio Landini, lo stesso figuro che durante il nefasto periodo del Covid ha accettato supinamente (anzi, pure con grande entusiasmo) tutte le restrizioni imposte, dai vaccini al Green Pass, fino alla sospensione dei lavoratori dissidenti (ma sarebbe meglio definirli pensanti), ora ha affermato di essere pronto alla rivolta sociale! E lo dice senza vergogna, senza un minimo di ironia e senza alcun senso del ridicolo.
Continua ad invocare scioperi su scioperi (siamo già a numeri quadrupli rispetto ai governi precedenti a quello Meloni), blocca i trasporti praticamente ogni settimana, lamentando quella mancanza di sicurezza provocata in massima parte dalle stesse risorse che contribuisce a far entrare a migliaia nel nostro paese. Ed ora finalmente annuncia lo sciopero generale! Eh, ma sempre per il bene dei lavoratori, categoria della quale lui e quelli come lui si guardano bene dal far parte.
Cerco sempre di buttarla sul ridere, ma con il sindacato mi riesce veramente troppo difficile. Forse perché nasce con intenti nobili ed è diventato il più squallido club elitario ed esclusivo. O forse perché quando si parla di una cosa dannatamente seria come il lavoro, sentirlo sulla bocca di persone come lui, mi suscita lo stesso effetto di un film di Nanni Moretti. Lassativo.
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