"Ecco a voi l'assurdità del giorno, direttamente dal Regno Unito. Una ragazza di 18 anni, che ha avuto l'ardire di chiedere se i suoi avversari transgender fossero effettivamente uomini, è stata sospesa per sei partite. Sospesa! Per aver osato dire la verità in un contesto che dovrebbe garantire equità sportiva.
Non solo, questa ragazza è stata costretta a seguire un "corso di formazione online" sui transgender. Perché, evidentemente, dobbiamo educare i nostri giovani a non vedere ciò che è ovvio.
La Football Association, nel suo infinito desiderio di "inclusività", permette a uomini transgender di competere contro donne, ignorando completamente ogni principio di equità. E quando una giovane atleta mette in discussione questa farsa, viene punita. Punita per aver cercato aiuto contro uno stile di gioco che lei stessa ha descritto come "aggressivo".
Dove siamo arrivati? In un mondo dove chiedere la verità è un crimine, ma la falsità è celebrata? È questa l'uguaglianza che vogliamo? È questa l'inclusività? No, è pura pazzia.
È ora di svegliarci e dire basta. Basta con questa follia che mette in pericolo l'integrità dello sport e, cosa ancora più importante, la sicurezza delle giovani atlete."
J. CogVitAssociazione Pro Vita & Famiglia Onlus
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