lunedì 17 febbraio 2025

⚠ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠ Luca Leonello Rimbotti LORENZO VIANI E L’ANARCO-FASCISMO


Cronache rivoluzionarie di una cultura totale

Dai loro casolari, dai loro paesi e dalle loro antiche città a misura d’uomo, gli intellettuali militanti della grande provincia – toscana per lo più, ma non soltanto – osservavano il mondo e lo giudicavano, agendo di conseguenza. 

Lorenzo Viani, pittore e scrittore viareggino a lungo dimenticato, è oggi riconosciuto come protagonista dell’espressionismo pittorico italiano, ma fu anche autore di romanzi di valore, la cui narrazione è intrecciata al vernacolo della Versilia. Amico di D’Annunzio e di Puccini, di Marinetti e Nomellini, ma anche di Italo Balbo e Carlo Scorza, federale di Lucca, il suo nome – conosciuto dagli specialisti – è ancora poco noto al grande pubblico. 

Lunga è la schiera degli intellettuali famosi oppure oggi semisconosciuti – da Malaparte a Papini, da Rosai a Cicognani, da Soffici a Maccari, da Roccatagliata Ceccardi a Giuliotti, a Paolieri, Sanminiatelli, Krimer, Tozzi, Conti, Cozzani e molti altri – che insieme a Viani si batterono per la sana provincia “strapaesana”, usando il linguaggio – anche quello dialettale – come segno identitario. Imboccarono tutti, e senza indugi, la via dello schieramento politico, in un’epoca di contrapposizioni frontali. Sovente l’ignoranza di certa critica, oppure la manipolazione ideologica, hanno travisato il messaggio di tutti questi ingegni. Noi qui intendiamo dire il vero, senza complessi, su Viani e sugli altri, tenendone alla mano gli scritti. 

Parleremo dunque del Viani anarco-fascista, dei molti anarchici che confluirono nel regime e dei tanti intellettuali “provinciali” su posizioni di rivolta che – chi più chi meno – lavorarono tutti alla rivoluzione sociale, partendo dall’amore mistico per la propria terra, la “piccola patria”.

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