domenica 1 dicembre 2024

BLACK FRIDAY


 

CALIPPO GATE


 dalla rete

"CALIPPO GATE


Giovedì gnocchi?

No giovedì gossip o meglio mozzichi de gossip, orsù dunque veniamo alla notiziola succulenta di cui potremo fare serenamente a meno, ma io ve la racconterò lo stesso.


Nell'estate da poco passata abbiamo cominciato a sentir parlare per mezzo di social di questo celeberrimo Calippo Tour e cosa sarà mai?

Un festival itinerante che si premura di portarci refrigerio nelle torride estati grazie alla frescura del famoso ghiacciolo?

No, no, no!

Una gara a premi a chi riescie a mangiare un calippo senza farselo gocciolare dai gomiti fin dentro le mutande?

No, no, no!

Una manifestazione canora con un grande microfono?

Ma col cazzo, no regà giuro, letteralmente col cazzo.


Spieghiamo cos'è er Calippo Tour per quei tre ( tra cui er preferito) che non ne hanno ancora sentito parlare : Praticamente ste due nobildonne, Paolina borghese, e Ambra Mazzanti vien dal mare, girano l'Italia succhiando calippi, solo che i calippi so de carne e ce sta attaccato un uomo.


Tutto questo ovviamente a favore di social ed è inutile che ve state tanto a scandalizzà perché ste due de mestiere fanno le attrici porno, cos'altro potevano organizzare un raduno di amanti del punto croce?


Sta cosa ha fatto ovviamente scalpore e ne hanno parlato un po' tutti tant'è che tempo fa so state intervistate dalle Iene, e hanno dichiarato che guadagnano 3, 4 mila euro con i contenuti hard su only fans, che fanno tutto da sole senza esse gestite da nessun altro e che pe vince il sorteggio del calippo magico bastava più o meno esse abbonati ai loro canali, loro sceglievano e te portavano comodamente a casa tua la macchina per il sottovuoto.

Ma c'ho la vaga impressione che non è proprio uguale a quello che ho fatto io l'altro giorno con le coperte, perché io er sottovuoto lo faccio con l'aspirapolvere,  loro co la boccuccia de rosa.


Le iene che se chiamano iene per un motivo altrimenti sarebbero stati i Gattini pucciosi, hanno continuato ad indagare e pare che le cose non stanno esattamente come ce le hanno raccontate le principesse sui piselli, pare che dietro sto teatrino dell'assurdo ce sia proprio un mignottificio organizzato e che a differenza de bocca de rosa che l'amore non lo faceva né per noia, né per professione, ste due, bocca de dyson lo fanno proprio per denaro. 

Quindi mi smette di essere una roba goliardica di dubbio gusto e mi diventa na puttanata in tutti i sensi.


Per avere il magico calippo dovresti quindi abbonarti ai loro canali only fans e telegram, sbloccare non so ché pagando, comprare 200 euro de videochiamata, dare un'altra mancetta, poi un altro regalino, alla fine della fiera arrivi a spende 600 euro e non è manco sicuro che queste te fanno sto calippo, quindi regà il consiglio mio è fateve na pippa, magari con la mano sinistra così ve sembra novità,  semplice, sicura e aggratise.


Ma questa non sarebbe l'unica cazzata che hanno raccontato le baronesse della fava, perché pare che dietro tutto sto mignottificio ce siano dei manager,  a loro volta influencer e tiktoker che giostrano tutto, contenuti, telefonate, messaggi, tappe del tour e soldi , de cui se piano er 50%, si ma de centinaia de mila euro al mese no 3, 4.


Tutta sta roba ce l'ha detta una che era stata chiamata per sostituire Paolina borghese che proprio durante il calippo tour è rimasta incinta, ma poi s'è tirata indietro perché je avevano chiesto se era disposta a fa le ammucchiate e a giacere coi vecchi.


Per l'ingravidamento fatale è stato accusato un tal Dottor Bavaro, che manco a fallo apposta è un tik toker da poco passato su only fans pure lui, non so a fa cosa e manco lo voglio sapè perché lui rientra nella categoria dei gravemente obesi e qualsiasi cosa io riesca ad immaginare me fa vomità pure l'ostia della prima comunione.


Che poi io c'ho dei forti dubbi che sto Bavaro del bernese se ritrovi er pisello se non c'ha attaccato un GPS, c'ho anche dei seri dubbi che Paolina borghese sia rimasta veramente incinta perché nel frattempo se stanno a fa le tarantelle sui social a suon di accuse e piantarelli , quindi bo, potrebbe esse pure una trovata pubblicitaria. 


Ma in tutti questi dubbi esistenziale che ci terranno svegli la notte io ho una sola certezza : regà è quasi dicembre, è finito il tempo dei calippi, adesso è tempo de pandoro, oddio pure quello è cattivo presagio,  come non detto, magnamese er panettone e ricordateve sempre che canditi e uvetta non hanno fatto niente pe meritasse il vostro razzismo, dentro ar panettone ce stanno da Dio."


𝑳𝑬 𝑷𝑬𝑹𝑳𝑬 𝑫𝑬𝑳 𝑩𝑹𝑬𝑺𝑺𝑶 di Roberto Johnny Bresso



“E intanto fuori dall’Europa come in Zombie di Romero arrivano le masse senza soldi né lavoro”, cantavano già nel 2006 i SottoFasciaSemplice nella celebre “Come mai”, vera nefasta profezia su cosa sarebbe accaduto negli anni successivi in Europa.
Ma del resto è dall’inizio degli anni ’90 che certi movimenti hanno avuto ben chiaro a che avrebbe portato la globalizzazione e l’immigrazione incontrollata. Però la società “perbene” ha pensato bene di ghettizzarli, deriderli e criminalizzarli, invece di provare ad ascoltarli. Ed ora che finalmente anche da noi si iniziano a raccogliere i frutti velenosi di una semina malata, come in questi giorni nel quartiere Corvetto di Milano, tutti a chiedersi come mai…
La sinistra ovviamente fa finta di non saperlo: parla di generico disagio, quando è evidente a tutti che la componente razziale ha un peso specifico in tutto questo. Non puoi importare migliaia e migliaia di persone senza arte né parte pensando di inserirle in un contesto già non florido. Le esperienze di Parigi, Londra e Bruxelles avrebbero già dovuto mettere sul chi va là, ma nessuno ha la reale intenzione di fermare tutto questo.
La risposta dello Stato è poi alquanto imbarazzante: lasciare fare finché le rivolte non si esauriscono da sole per sfinimento. Immaginatevi se invece di centinaia di nord africani al Corvetto ci fossero ragazzi bianchi: oggi leggeremmo di decine e decine di arresti e di titoloni sui giornali che blaterano sull’emergenza razzismo.
Ed allora “ci chiederete come mai ma noi non vi risponderemo, veniteci a cercare ma noi non ci saremo”.


 

Lazio, vietata la trasferta contro l'Ajax: "Rischio scontri antisemiti"

 


Lazio, vietata la trasferta contro l'Ajax: "Rischio scontri antisemiti"

𝑳𝑬 𝑷𝑬𝑹𝑳𝑬 𝑫𝑬𝑳 𝑩𝑹𝑬𝑺𝑺𝑶 di Roberto Johnny Bresso



Finalmente è passata la “Giornata dell’odio contro l’uomo bianco eterosessuale”. Sì, parliamoci chiaro: questa altro non è che quella che nasce con le buoni intenzioni della “Giornata contro la violenza sulle donne”.
Già trovo abbastanza penose tutte queste giornate istituzionalizzate, poi il femminismo isterico e rabbioso, da parte di chi odia ogni uomo e preferirebbe incontrare nel bosco l’orso, è davvero patetico.
Sia chiaro: chi uccide una donna è un criminale che va punito con la massima severità (del resto esiste già la legge, non ne servono certo altre… basterebbe applicarla), ma di questi tempi va assai di moda scriversi la propria verità. In Italia la donna giustamente gode di tutti i diritti e doveri dell’uomo, qualsiasi cosa ci dica Gino Cecchettin. E, soprattutto, da che mondo è mondo le responsabilità sono individuali e io certamente non mi devo sentire in colpa per il Turetta di turno. Viene messa sotto accusa la virilità del maschio, quando è invece proprio l’assenza di essa a creare i mostri.
E poi, non prendiamoci in giro, che la matematica non è un’opinione: l’incidenza di alcune comunità di stranieri su questi reati è assai chiara ed evidente.
Ma è molto più facile scendere in piazza ad urlare contro il “maschio fascista”.


 

Samb - Teramo, 1990/91: "Fronte Rosso Blu in prima linea nella curva ospiti..."


 

Point Break: Nobody rides for free

 


ARTICOLO APPARSO SULL'UNITA' sabato 30 Novembre 1946 -: "PROFUGHI"


foto:  Profughi in partenza da Pola diretti in Patria..
definiti gerarchi e briganti neri....

 ARTICOLO APPARSO SULL'UNITA' sabato 30 Novembre 1946 -: "PROFUGHI"

da: "L'Unità" - Organo del Partito Comunista Italiano Edizione dell'Italia Settentrionale -

Anno XXIII - N. 284 - Una copia L. 6 - Sabato 30 novembre 1946. 

                                     "PROFUGHI"

"Lunghe teorie di gente in fuga, vecchi donne e bambini, tallonati dalle baionette austriache e trascinanti le poche robe sottratte alla rapina nemica, tali ci apparvero durante la prima guerra mondiale i profughi delle terre venete. Chiesero ai fratelli di ogni regione aiuto e ospitalità, ognuno raccolse l'appello ed una grande ondata di solidarietà corse il Paese.

Trovarono i profughi un fogolare accogliente a sostituire quello perduto, per il quale sospiravano nostalgici. Nessuno contestò loro il diritto d'asilo ed anzi ogni cittadino, in ogni villaggio, fù nobile gara di solidarietà; ogni porta si spalancò, prime quelle dei miseri ed anche quelle di coloro che la guerra avevano osteggiata.

OGGI..ancora si parla di "profughi": Altre le persone, altri i termini del dramma.

Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall'alito di libertà che precedeva o coincideva con l'avanzata degli eserciti liberatori.

I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune, non meritano davvero la nostra solidarietà nè hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi.

Questi relitti repubblichini, che ingorgano la vita delle città e le offendono con la loro presenza e con l'ostentata opulenza, che non vogliono tornare ai paesi d'origine perchè temono d'incontrarsi con le loro vittime, siano affidati alla Polizia che ha il compito di difenderci dai criminali.

Nel novero di questi indesiderabili, debbono essere collocati coloro che sfuggono al giusto castigo della giustizia popolare jugoslava e che si presentano quì da noi , in veste di vittime, essi che furono carnefici. Non possiamo coprire col manto della solidarietà coloro che hanno vessato e torturato, coloro che con l'assassinio hanno scavato un solco profondo fra due popoli.

Aiutare e proteggere costoro non significa essere solidali, bensì farci complici. Ma dalle città italiane ancora in discussione, non giungono a noi soltanto i criminali, che non vogliono pagare il fio dei delitti commessi, arrivano a migliaia e migliaia italiani onesti, veri fratelli nostri e la loro tragedia ci commuove e ci fa riflettere.

Vittime della infame politica fascista, pagliuzze sbalestrate nel vortice dei rancori che questa ha scatenato essi sono indotti a fuggire, incalzati dal fantasma di un terrorismo che non esiste e che viene agitato per speculazione di parte. Se invece di gettare il fango della calunnia sul volto martoriato delle genti slave, se invece di dimenticare che in quelle terre infuriò il terrore, ma fu quello delle camicie nere e dei loro complici reclutati sul luogo, se invece di metterci la grottesca maschera dell'ammazzasette, gradasso e impotente, se invece di annaffiare la malapianta dello sciovinismo, se invece di questa stupida politica, che corre sulla via di quella fascista, avessimo saputo scindere le nostre responsabilità di popolo italiano da quella dei comuni aguzzini, oggi sarebbe possibile una pacifica convivenza di italiani e slavi sullo stesso territorio.

Malgrado il ritardo, malgrado la velenosa campagna di calunnie e di odio, pensiamo che molto ancora si possa fare. Il viaggio di Togliatti a Belgrado ed i suoi concreti risultati, nonostante la gazzarra e lo stridore di denti coi quali taluni li hanno accolti, hanno aperto la giusta via, l'unica sensata, l'unica che tutela gli interessi nazionali e non quella di imperialisti stranieri: la via della diretta pacifica intesa.

Per questa strada si difende l'italianità delle città contestate rimanendo sul posto e non facendo il vuoto davanti agli slavi, trattando con loro per ottenere ampie autonomie linguistiche, culturali, amministrative. Non si difende sbavando calunnie da Roma o da Milano ed impiantadovi, a spese del popolo italiano, losche centrali di artificiosi irrendentismi e di pazzesche rivincite. Così noi vediamo la soluzione di questo problema e non nell'esodo artificiosamente sollecitato con spauracchi inconsistenti e con promesse inattuabili, così noi pensiamo si tutelino realmente gli interessi dei dalmati italiani e dell'intera Nazione.

Se altri vuol continuare a servirsi di un arma elettorale già frantumata dall'intelligenza degli italiani, se altri si ostina a servire interessi stranieri, che puntano sulla diversione per meglio dominare, noi non li seguiamo. Siamo italiani, amiamo la nostra patria, la vogliamo libera e quindi pacifica, vogliamo intenderci con tutti i popoli liberi e spegnere ogni focolaio di possibili futuri conflitti. Seguendo la via che noi indichiamo, la libertà e il tranquillo lavoro e la cultura italiana potranno fiorire ed agli italiani di laggiù sarà data la possibilità di conservare la loro casa ed il loro lavoro.

Non è necessario dunque sia acuita la crisi delle città colpite dalla guerra dove già sono scarsi il pane, il lavoro e l'alloggio per migliaia di famiglie, che non devono esserne private senza plausibile motivo. Semplice ad intendere ci sembra il nostro discorso per chi non sia sordo per livore di parte, semplice e chiaro per chi non sogni nuove avventure e nuove catastrofi."

Piero Montagnani

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Piero Montagnani 
Nato a Borgotaro (Parma) il 3 maggio 1901, morto a Milano il 19 marzo 1976, farmacista, Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Per la sua attività antifascista durante la dittatura (già nel 1921 era un militante comunista), Montagnani fu condannato al confino a Ponza e a Ventotene. Complessivamente, contando anche i periodi di carcerazione, fu privato della libertà per undici anni. Fu per lui del tutto naturale, dopo l'8 settembre del 1943, partecipare alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza. Tra i principali organizzatori della lotta armata, Piero Montagnani, che per le sue azioni fu decorato di Medaglia d'Argento al Valore Militare, fece parte dei Triumvirati insurrezionali della Toscana e, liberata questa regione, dell'Emilia. Dopo la Liberazione è stato vicesindaco di Milano. Fu anche deputato all'Assemblea Costituente e nel 1948 fu eletto senatore per il PCI nella circoscrizione di Milano. Il mandato parlamentare gli fu rinnovato per altre tre legislature.

(tratto da biografia : anpi/donne-e-uomini/piero-montagnani)


30/11/1971 /=\ 30/11/2024 AUGURI BRIGATE GIALLOBLU








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