mercoledì 17 dicembre 2025

"SINISA MIHAILOVIC: l’ultimo Serbo d’Europa" – di Paolo Emilio Bogni

 

Splendido articolo di Paolo, Carissimo Amico

"Ce lo aspettavamo. Nessuna sorpresa. Gli Eroi non fruiscono mai di miracoli. E’ giusto così. Loro sono il Miracolo. 

Sono l’eccezione alla conformità dell’uomo qualunque che si adegua e si adatta all’esistente, quello che recita lo spartito scrittogli da altri per contro e nell’interesse di altro.

 Quell’altro che è altro da Noi. L’Eroe – solitario e antipatico (e Sinisa spesso lo era)  - è colui il quale crea il palcoscenico in cui guarda negli occhi il cielo, proferendo da sé le sue parole e indirizzando il suo destino. E’ giusto che la leucemia mieloide acuta abbia fatto il suo corso. Lui lo sapeva e con la dignità spartana che lo contraddistingueva si è fatto accompagnare da essa al trapasso.

 Sinisa Mihailovic era un guerriero d’altri tempi catapultato in questo tempo per benevolenza divina, quella provvidenza che l’Universo ci riserva in questa Epoca di nani e vermi. Agiva in incognito rappresentandosi in quel sottomondo di metafore qual è il Calcio professionista. L’ultimo grande agente segreto che agì in questo microcosmo fu Diego Armando Maradona. Uno a uno se ne stanno andando tutti e prematuramente.. non è un bel Segno.

 Sinisa aveva la perfetta coscienza che la sua Serbia fosse l’Ultima Trincea d’Europa, abbattuta la quale il nostro Continente – già profondamente segnato da un’occupazione militare, economica e culturale da quasi ottant’anni – sarebbe stato oggetto degli ignobili spartiti di comici quali Grillo e Zelensky o di comparse ben retribuite come la Von Der Leyen o la Kaili. Il nostro Sinisa era (ed è) un’Anima in cammino e non certo un’Anima bella, quest’ultima preda delle morali astratte tipiche di figuranti come Pannella o la Bonino. 

Nel difendere il suo amico Arkan – la tigre Serba -, non inventò alcuna santità del vecchio Capo ultrà della Crvena Zvezda, squadra di Belgrado in cui militava da giocatore trent’anni fa e con cui vinse una Coppa dei Campioni. Lo difendeva per quelle leggi del sangue e dell’onore che vigono durante le guerre civili – tragiche, orrende, dolorose - in cui a essere difesa non è solo la Patria nelle sue dimensioni territoriali ma -soprattutto - in quelle spirituali. E lo difese perché – al di là di qualsiasi supposta ragione politicamente corretta o scorretta – un Amico non lo si tradisce né lo si rinnega. Mai. Contrastò con forza – di contro a tutto il suo mondo, quello del calcio professionista, con in testa il Trapattoni di regime – che il Kosovo meritasse la sua “albanesizzata” indipendenza, ricordando a tutto il mondo che quella era – al contrario - la Terra più serba di Serbia e che - tutt’al più - quegli albanesi lì presenti erano fuori dal loro demanio o inquilini che dovevano portare rispetto. Ricordò al mondo intero che nulla importava a lui di cosa pensasse di Milosevic in quanto tale, dei suoi metodi e della sua linea politica.

 Ma che SE la Serbia – la sua Serbia – era attaccata da quei maledetti americani, lui stava comunque con Milosevic, il suo Presidente, che in quel momento era il garante  di quel sangue e di quell’onore che ogni vero patriota difende.

 Sinisa Mihailovic era un uomo nato nella guerra, viveva nella guerra e la leucemia mieloide era l’ultima battaglia di quella tragica saga. Il suo carattere era forgiato – per dirla con Junger – dalla guerra e dalle sue tragiche Leggi. Il suo senso della lealtà, dell’onore e del dovere – in una parola: la LIBERTA’ - sono la migliore eredità di questo antipatico spartano slavo. 

Che le sue membra riposino nel cuore della Curva Nord del Marakana di Belgrado, insieme ai suoi Delije."

 Paolo Emilio Bogni

Nessun commento:

Posta un commento

BUON SOLSTIZIO !